Riccardo è il nostro peperino di casa, non sta mai fermo un secondo, ne combina una dietro l’altra ma lo amiamo così com’è.
Era così anche due anni fa… solo più nervoso!
Durante la primavera del 2015, notiamo che ha pelle molto secca nei classici punti dei bimbi che soffrono di dermatite atopica (pieghe delle ginocchia, gomiti) e ogni tanto si gratta.
Ok, penso io, sarà lei, so come fare!
E così, quintalate di crema idratante… Arriva l’estate e andiamo in ferie.
Al mare la dermatite migliora, penso… e invece no.
Peggiora e così cerchiamo una dermatologa del luogo che conferma i miei sospetti. E’ dermatite atopica molto estesa. Altre creme, detergenti apposta per lavarlo e sempre abbigliamento leggero in cotone. Ooook, passerà!
E invece no. Siamo a settembre e le sue mani cominciano a gonfiare, diventare caldissime, la pelle squama più sul palmo che sul dorso, cominciano a venire anche delle ragadi che sanguinano.
Lo portiamo da un allergologo perchè siamo convinti che ci sia qualcosa che gli fa avere questa reazione che noi attribuiamo ad una allergia o ad un’intolleranza a qualcosa che mangia. Lui ci consiglia di tenere un diario alimentare per capire se c’è qualche alimento che fa peggiorare questo stato infiammatorio delle sue mani. Cominciamo a segnare tutto, ma non troviamo nulla. Le sue mani lentamente peggiorano sempre di più. Arriviamo al punto di metterlo a nanna con dei sacchettini di ghiaccio sulle mani per rinfrescarle e poi dei guantini di cotone per non consentirgli di grattarsi.
Gli danno una terapia al cortisone per una settimana e la situazione migliora!
Evviva ho pensato, chissà cos’è stato, ma ora Ricky sta bene.
Finita la terapia la situazione degenera. Mani gonfissime, se provava a piegare le dita, spurgava liquido giallo dalla pelle, le sue unghie hanno iniziato ad infossarsi e a sfaldarsi, aveva anche qualche linea di febbre. Decidiamo di portalo al pronto soccorso infantile, ma anche li torna la diagnosi di dermatite atopica.
Nel frattempo, a casa facevamo dei tentativi: abbiamo tolto il pomodoro dalla sua alimentazione, poi le pesche, il lattosio, poi il formaggio grana, il cioccolato… le uniche cose che continuavamo a dargli erano la pasta in bianco, pane, magari un biscottino, insomma glutine!
E mangiava, mangiava a volontà, era bello cicciottino ai nostri occhi ed eravamo contenti… almeno mangiava! Ma era sempre nervoso, dormiva poco, si svegliava tantissime volte per notte, beveva molta acqua.
E intanto gli esami del sangue per le intolleranze
(Avevamo anche fatto il controllo sugli acari perchè io sono allergica) erano tutti negativi.
Poi a Settembre, finalmente, la svolta. Comincia ad avere scariche frequenti e di colore giallo! Lo dico immediatamente al pediatra che mi risponde “Facciamo gli esami del sangue per la celiachia”.
Il 22 Ottobre vado a ritirare gli esiti questi sono i genetici. DQ2 presente
questi sono i suoi anticorpi Anti Trasglutaminasi IgA (aveva i valori fuori scala)
Salgo in macchina, apro la busta, non capisco o non voglio capire… cerco su internet e qualsiasi valore io cerchi, Google mi sbatte in faccia la parola celiachia!
Piango. continuo a pensare a tutta la pasta in bianco, la focaccia, il pane… stavo avvelenando mio figlio… come mai non mi era venuto in mente? Poi chiamo il pediatra che mi da subito appuntamento durante il quale mi spiega quali primi passi erano da fare.
Ci siamo rivolti all’ospedale pediatrico Cesare Arrigo di Alessandria, che ha un reparto dedicato ai bambini celiaci e siamo seguiti li da Novembre 2015.
Come abbiamo iniziato la dieta priva di glutine, Riccardo ha iniziato a stare meglio, le sue mani sono perfettamente guarite, la sua pancia ora è sgonfia (eh già… mio figlio non era cicciottino, era gonfissimo), le sue unghie sono tornate normali, ha più capelli e dorme!
Valentina
Mamma Senza Glutine